Ventaglio del Grand Tour tipicamente neoclassico in pelle di capretto dipinta a gouaches.
La scena centrale rappresenta una copia di un affresco scoperto nel 1777 a Villa Negroni a Roma. Già l'architetto Camillo Buti aveva dipinto questo soggetto, firmandolo, come riporta S. Mayor ( Ventagli guida per il collezionista, Silvana editoriale, Milano 1980) alla pag.40, un altro pezzo molto simile come composizione della pagina suddivisa in riquadri sagomati, è stata battuto ad un'asta nella fine degli anni '80.
Le vedute dei riquadri laterali paiono simmetriche con il medesimo rudere romano visto da due angolazioni diverse, nello sfondo paesaggi collinari (colli Albani?) che sarebbe interessante riconoscere; il tutto sormontato da una coppia di ippogrifi (che nel linguaggio araldico, specie in inghilterra, sono chiamati “opinicus” in quanto hanno zampe anteriori di leone), un bucchero ed una colomba.
Di pregevole esecuzione sono i motivi a “ grottesca” che separano le scene su' descritte.
Le stecche in madreperla ageminate d'oro e d'argento sono di chiara fattura d'importazione dalle indie orientali.
"I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio"
Leonardo Da Vinci